Haveli - Ristorante Indiano
Viale Fratelli Rosselli 31/33r, Firenze
Fermata Tramvia:
Porta al Prato Leopolda
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un tavolo
Tel. +39 055 355695
Orari di apertura
Chiuso il lunedì
Da martedì a domenica:
12.00 – 14.30 / 19.30 – 23.30
Ci siamo fatti tutti inebriare almeno una volta dal profumo intenso del curry, quella polvere giallo ocra, speziata, dolce e piccante insieme, e abbiamo pensato che niente potesse esprimere al meglio la complessità della cucina indiana, forse addirittura che potesse essere un simbolo per tutto il paese. Niente di più sbagliato. Cosa pensereste se vi dicessimo che il curry non è un mix di spezie e, tenetevi forti, non è nemmeno indiano?
È necessario, per comprendere la storia del curry, fare un tuffo nel passato, precisamente nell’India del 1600. Qui infatti i membri della Compagnia delle Indie Orientali incontrarono per la prima volta la ricchissima e profumatissima cucina indiana, e se ne innamorarono.
In India potevano godere delle preparazioni dei cuochi locali, adattate per il loro palato (e quindi molto lontane dalle tradizioni locali), ma in patria?
I mercanti britannici pensarono così a una soluzione per poter importare in patria, e commercializzare, i sapori della cucina indiana a cui si erano affezionati. Inventarono un mix di spezie secche e polverizzate, facilmente trasportabile e poco deperibile (deve infatti reggere alle lunghissime traversate via mare) e lo chiamarono curry, probabilmente adattando un termine tamil, caril.
Quindi, in buona sostanza, in India non esisteva il curry, che era un’invenzione dei colonizzatori britannici, e nessun piatto era cucinato con quel mix di spezie, ma nel tempo divenne popolarissimo in Inghilterra, dove stava a indicare sia il mix di spezie che qualsiasi pietanza con una salsa o un sugo, più o meno speziata. In India la cosa più simile al curry, come concetto, era il garam masala, un insieme di spezie che varia da regione a regione e da famiglia a famiglia (qui il nostro articolo sulle spezie).
Ma la storia del curry non si ferma certo qui. Infatti è possibile trovare piatti a base di curry in quasi tutte le cucine dell’estremo oriente, dalla Thailandia al Giappone, e il motivo risale sempre alla colonizzazione britannica. Nel 1833, con l’abolizione della schiavitù, gli inglesi decisero di inviare manodopera indiana, retribuita con poco cibo, nelle loro piantagioni di canna e gomma. Per sopperire alla diminuzione della domanda e del valore delle spezie in Europa, iniziarono a commercializzare il ben più redditizio oppio, insieme al curry, che non poteva mancare sulla tavola di ogni britannico in patria o all’estero.
Fu così che la polvere profumata si diffuse anche nelle cucine di Hong Kong e in Thailandia, riadattata con spezie e gusti locali. Ma non è ancora finita! Nel 1868 venne riaperto il libero scambio in Giappone, e il curry divenne popolarissimo, considerato come una specialità occidentale.
E poi? Beh, alla fine il curry è diventato popolare anche in India, dove però viene chiamato masala (come abbiamo già visto, termine che indica un mix di spezie) e la parola curry si trova solo sui menù internazionali scritti in inglese, e dove sono fiorite moltissime varianti e tante ricette diverse.
All’inizio dell’articolo abbiamo detto però che il curry non è un mix di spezie… ci siamo sbagliati? Certo che no, abbiamo riservato la chicca per ultima, come un dolce a fine pasto. Il curry infatti è una pianta, precisamente un agrume, originaria dell’India, le cui foglie si utilizzano sia crude che cotte, per insaporire tanti piatti diversi: si possono anche mangiare fritte o si possono usare per farne saporiti involtini!
Vi abbiamo messo fame? Allora vi aspettiamo nel nostro ristorante…e al prossimo articolo per scoprire altre curiosità sul nostro amatissimo paese!
Una terra ricca di storia, sapori e profumi inconfondibili